Pietro, professionista del settore, scorreva il suo LinkedIn durante una pausa caffè. Una nuova notifica: un messaggio da una donna asiatica, profilo elegante, operante nello stesso ramo. Sembrava un contatto professionale, cordiale. Dopo qualche scambio, con naturalezza, chiese il suo numero WhatsApp.
Le conversazioni private sembravano innocue, con foto curate e domande professionali. Ma Pietro, diffidente, si accorse presto che qualcosa non tornava. Il confine tra opportunità e rischio digitale è sottile, e qui stava per trasformarsi in una trappola concreta.
Il pericolo si concretizza
La donna, con persuasione, convince la vittima a investire in un progetto apparentemente sicuro. Pietro riceve la richiesta di assistenza dall’amico coinvolto: aveva già trasferito 25.000 euro. È a quel punto che interviene la nostra agenzia investigativa, FM Investigazioni, contattata per scovare l’identità reale della persona coinvolta, verificare le tracce digitali e raccogliere prove utili.
📎 Esempio reale: truffa LinkedIn → WhatsApp con perdita economica
Come si sviluppano questi raggiri
Contatto LinkedIn professionale
Passaggio a chat privata (WhatsApp, Telegram, ecc.)
Creazione di fiducia e confidenza
Richieste economiche o dati sensibili
Compromissione della vittima e necessità di intervento investigativo
La lezione di Pietro e della vittima
Non basta un profilo professionale per garantire sicurezza. Spostare la comunicazione fuori dalle piattaforme ufficiali aumenta il rischio. FM Investigazioni può intervenire per verificare contatti sospetti, raccogliere prove digitali e proteggere le aziende e i professionisti da perdite economiche o danni reputazionali.
📎 Approfondimento sulle truffe digitali sempre più sofisticate
Nota: per tutelare la privacy abbiamo usato nomi di fantasia. I fatti descritti sono realmente accaduti e i link forniti ne confermano l’autenticità.